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Salvatore Auteri Manzocchi
﷯Nel tardo autunno del 1879 egli soggiornò a Piacenza, dove portò a termine Stella, pubblicata dal nuovo editore, Sonzogno; la buona accoglienza gli procurò una successiva commissione, iniziata nel 1880, Il Conte di Gleichen mentre Sonzogno si preparava a portare Stella al Dal Verme di Milano. La Rivista Teatrale Melodrammatica espresse allora le sue perplessità: “Ai frequentatori del Dal Verme l'Auteri è familiare, è vero, ma lo è l'impresario Sonzogno? Ecco il punto nero… E le di lui antecedenti speculazioni editoriali sono lì a dimostrarlo. Un impresario qualunque può avere delle più o meno palesi contrarietà, ma quando vi è di mezzo un possente partito politico, si salvi chi può!”.
Ed ecco che, ad intorbidire ulteriormente il quadro, arrivò immancabile anche la politica, facendo della vicenda biografica del compositore una trama degna di un melodramma, tra miraggi di fama e repentine cadute di fortuna, sebbene “per quanto riguarda le opere del maestro Auteri, le documentazioni giornalistiche disponibili confermano i giudizi assolutamente favorevoli della critica, presa nel suo complesso”.
﷯Stella, dramma lirico su libretto di Stefano Interdonato, presentò una trama più snella rispetto a Dolores, ma se Pomàr aveva ecceduto, qui Interdonato rasentò la povertà narrativa, costringendo il maestro ad esasperare gli elementi drammatici per colmare i vuoti della vicenda.
Sposatosi con Maria, una delle figlie del musicologo tedesco Von Ambros, Auteri si stabilì sul quieto lago d'Orta, accingendosi a lavorare a Hermosa e Rolla, secondo gli incarichi di Sonzogno, ma la concorrenza di Lucca e Ricordi sbarrò la strada all'editore di Stella.
Il compositore, demoralizzato e demotivato, scelse la via dell'esilio, trasferendosi a Londra, dove nacque il secondogenito Michele, dopo Emanuela.
Per nove anni si dedicò alla direzione di concerti e all'insegnamento del canto.
Il 16 ottobre 1887, Il Conte di Gleichen andò in scena al Dal Verme “con successo convincente ed unanime”, nonostante alcune carenze sempre librettistiche, costante nera della produzione auteriana; Pomàr, da un episodio realmente accaduto durante le Crociate, costruì un racconto contorto e a tratti involontariamente tragicomico.
Repliche a Nizza, Roma e Firenze ottennero buoni consensi, ma era evidente il divario tra la qualità della musica e l'illogicità del libretto: Auteri scelse ancora il ritiro, stabilendosi a Trieste fino al 1889.
﷯Gli anni d'esilio gli regalarono l'amicizia di Franz Liszt che gli offrì di sostituirlo nella direzione del Conservatorio di Budapest, ma “l'ostacolo della lingua fu insormontabile ed egli fu costretto a rifiutare, a malincuore”.
Maria Von Ambros all'epoca del matrimonio col
Maestro Auteri Manzocchi

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